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Francesco Rossi Fotografo | Leaf

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Different Trains – Cap. 01: La via dei Balcani

English Version

Si comincia così, ogni volta.
Prendo lo zaino. Ripasso mentalmente la lista delle cose da portare.
C’è tutto?
Sì.
No.
Non lo so, arrivo a metà della lista e qualcosa mi distrae.
Esco e chiudo la porta con cinque mandate.

La Geografia Fisica
I toponimi, poi le forme fuori dal finestrino, i picchi e le depressioni, le città, le strade, i fiumi, il giallo, il verde, il blu, il marrone, il grigio.

La Geografia Umana
Su un libro che parla di treni ho trovato la citazione di un tizio. Facendola breve, diceva che il modo migliore per comprendere una nazione è attraversarla in treno, perché si viaggia negli spazi che stanno tra le città, dove il paese è nudo.
Poi ci sono i viaggiatori, con la loro geografia tutta particolare, tracciata dalle rughe d’una faccia, dal colore della pelle, dai segni sulle mani, dal suono di un dialetto o di una lingua che non conosci. Dai silenzi, dai vestiti e dalle chiacchiere sul tempo, che, maledetto lui, ovunque ci si trovi, ad ogni latitudine, non è mai come dovrebbe essere.

Capitolo Uno: La Via dei Balcani

Novembre 2015

Lungo i quasi quattromila chilometri che percorro si alternano, in ordine sparso, alfabeto latino, cirillico e greco. Nei pochi metri cubi di uno scompartimento s’incontrano facce slave e mediterranee. Fredde, dure e affilate le prime, calde, brune e salate le seconde.

Intanto lo sferragliare del treno si sovrappone al frastuono delle campane e ai canti dei muezzin.
Odore di sigarette e tappezzeria sudicia, occhi annoiati galleggiano nel vuoto. Fumo azzurro contro la luce che filtra dai finestrini delle carrozze. Mani unte.

Oltre il vetro sfilano Lubiana, Zagabria, Sarajevo, Podgorica, Belgrado, Skopje, Sofia, Istanbul, e Atene.
Poi neve, fuochi, montagne, forme che affiorano confuse dalla nebbia, uomini e cani randagi.

L’ufficiale di turno timbra il mio passaporto, una, due, tre, quattro, nove volte.

Qua si annodano i lembi estremi di Europa e Medio Oriente, in un ribollire incessante di facce, storia e questioni irrisolte.


Bijelo Polje. Montenegro. 43°0’40” N 19°43’58” E
Novi Priboj, sulla via per Belgrado. 43°33’42” N 19°32’38” E
Popović, Serbia. 44°33’13” N 20°34’39” E
Tratta Zagabria – Sarajevo. 45°27’30” N 16°23’25” E
Stazione di Mladenovac. 44°26’28” N 20°41’25” E
Velika Plana. 44°20’3″ N 21°4’47” E
Sisak. 45°29’32” N 16°22’18” E
44°26’26” N 20°41’27” E
Stanislav canta durante il viaggio verso Nis. 44°42’24” N 20°26’50” E
Prijedor. 44°58’47” N 16°42’57” E
Blok sulla via per Sarajevo. 45°29’28” N 16°22’41” E
Il Capo Stazione di Mladenovac. 44°26’26” N 20°41’27” E
Passeggero numero 23 sulla via per Belgrado. 42°41’20” N 19°28’30” E
Vagone ristorante sulla tratta Podgorica – Belgrado, al confine tra Serbia e Montenegro. Dobrakovo. 43°9’14” N 19°46’52” E
Passeggero di prima classe. 42°28’57” N 19°18’23” E
Novi Grad Sarajevo. 43°51’18” N 18°19’4″ E
Milos sul Most na Mala Rijeka, il viadotto ferroviario più alto del mondo. 42°33’12” N 19°23’16” E
Niš, la madre macedone. 43°18’59” N 21°52’36” E
Slanishte, a meno di un chilometro dalla ferrovia si intravedono gli autobus dei migranti in coda al valico di confine di Tobanovtse, tra Serbia e Macedonia. 42°13’53” N 21°41’52” E
Žitkovac, sulla via per Skopje. 43°30’31” N 21°41’33” E
44°30’49” N 20°37’33” E
Il Cuoco. 43°9’19” N 19°46’51” E
Stazione di Septemvri. 42°12’15” N 24°7’60” E
Passeggeri nella sala di attesa della stazione di Istanbul Sirkeci. 41°0’56” N 28°58’37” E
Cani randagi alla stazione di Sofia. 42°42’48” N 23°19’18” E
Il Capo Treno. 43°33’42” N 19°32’38” E
Il Passeggero n.12 sulla tratta Podgorica – Belgrado. Montenegro. 42°36’19” N 19°23’24” E
Tratta Belgrado – Skopje. 44°40’46” N 20°28’53” E
44°40’48” N 20°28’49” E
44°48’31” N 20°27’18” E Stazione di Belgrado. Binario 2.
Il passeggero 46 a Mladenovac, sulla via per Skopje. 44°29’3″ N 20°39’24” E
Il Capo Treno. 44°48’31” N 20°27’18” E
Stazione di Confine di Slanishte. L’ombra di una rifugiata attraverso il vetro oscurato. 42°13’37” N 21°41’51” E
Kolašin, 42°49’10” N 19°32’14” E
44°20’4” N 21°4’39” E
43°44’55” N 19°36’58” E
42°42’48” N 23°19’18” E Stazione di Sofia.
43°51’33” N 18°18’58” E Sarajevo. Bosnia ed Erzegovina.

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